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IL VULCANO BROMO

L’alba sul vulcano: il mio racconto

alba sul vulcano bromo
La vista dei vulcani Bromo, Kursi, Batok e Semeru all’alba dal monte Penanjakan

Prima di addentrarci nel mio racconto, vi raccomando di dare un’occhiata anche alla guida generale passo passo per raggiungere il vulcano. Potete trovarla qui: GUIDA AL VULCANO BROMO

L’ALBA SUL VULCANO BROMO

La prima volta che ho visitato il vulcano Bromo è stato nell’estate del 2010. Avevo appena conosciuto quello che sarebbe diventato mio marito: Rizky, nella città di Jakarta ed eravamo partiti insieme alla volta di Java. La nostra prima tappa era stata Yogyakarta.

In realtà, non sapevo bene cosa aspettarmi da quest’avventura. Avevo letto, infatti, solo qualche blanda informazione su questa imponente bellezza naturale spulciando le pagine di una vecchia Lonely Planet.  Ma anche quel poco mi aveva affascinato

Il viaggio in autobus da Yogyakarta

Dopo una permanenza di circa 5 giorni nella città di Yogyakarta, abbiamo deciso che era giunto il momento di ripartire. La mattina stessa abbiamo impacchettato le valigie e siamo scesi in strada, con l’intento di raggiungere un’agenzia sulla via principale per acquistare i biglietti dell’autobus che ci avrebbe portati alle falde del vulcano Bromo.

Il viaggio in minibus si è subito rivelato molto più lungo del previsto e, a tratti, piuttosto scomodo, con sporadiche soste in autogrill umidi e scarsamente riforniti. Eppure, nel complesso, ne conservo il ricordo come un’esperienza carica di significato: durante quelle 11 ore di tragitto, attraversando paesini rurali e distese di risaie, ho avuto l’opportunità di immergermi nella contemplazione della vita quotidiana della gente del posto, scandita da lavori nei campi e cerimonie cariche di simbolismo.

Nel cuore pulsante di Java

Tra i miei ricordi più vividi spiccano i volti delle bambine vestite a festa per una processione locale. Pesantemente truccate, con il cerone bianco che copriva la loro pelle delicata e le dense linee nere che definivano i loro occhi incuriositi, fissavano con attenzione i finestrini del minibus. Chissà quanta resistenza e abitudine all’afa serviva per indossare con orgoglio un trucco così invadente. Io, invece, da quando avevo messo piede in Indonesia, non riuscivo più a tollerare alcun artificio sul viso!

Allo stesso modo, ricordo le umili case rurali dei contadini di Java, intrise di muffa e decorate come acquerelli da aloni di umidità. Adagiate sul velluto dei campi di riso, sembravano appartenere a un mondo idilliaco, sospeso nel tempo. Ma sapevo bene che questa visione era possibile solo dai finestrini del bus: mettendoci piede dentro, infatti, sarebbe emersa subito la loro cruda realtà, fatta di una miseria opprimente e di una canicola implacabile.

alba sul vulcano bromo
Aquiloni nelle campagne di Java

L’arrivo a Probolinggo

Dopo ore di strada e immagini che riempivano gli occhi e la mente, siamo finalmente arrivati a destinazione, nella cittadina di Probolinggo. Qui siamo scesi nel parcheggio di quello che si presentava come un ufficio turistico, ma che si rivelò essere una spartana stanza disadorna, con un tavolo e una sedia di legno usurati.

Era ormai calato il buio e così, appoggiati alla parete di quello stanzino spoglio, abbiamo aspettato, insieme a un gruppo di viaggiatori come noi, che un furgoncino venisse a prelevarci per portarci in un villaggio alle falde del parco nazionale, dove avremmo pernottato: la piccola cittadina montuosa di Cemoro Lawang.

Il piccolo villaggio di Cemoro Lawang, punto di partenza per raggiungere il Parco Nazionale di Bromo-Tengger-Semeru, si trova sul bordo della caldera, a 2.217 metri sul livello del mare. La regione in cui risiede il parco nazionale è legata alla leggenda della principessa Roro Anteng e di suo marito Joko Seger, il suo nome Tengger nasce infatti dalla combinazione dei loro nomi (Anteng e Seger). 

La salita a Cemoro Lawang

La salita al villaggio è stata rilassante, il nuovo furgoncino era completamente aperto e l’aria che entrava dal tettuccio e dai finestrini diventava sempre più leggera e fresca man mano che si arrivava in cima ed io mi riprendevo così dal caldo soffocante patito senza tregua fin dal mio arrivo in Indonesia!

La strada a tornanti era costeggiata da numerose piantagioni di alberi di banano che nella notte proiettavano la loro ombra dalla forma di grosse mani sul selciato. Il centro dell’isola di Java è, infatti, uno dei principali produttori di banane ed oltre ad acquistarle fresche dai venditori di strada, in quest’area potete assaggiarle anche fritte spolverate di cannella e cioccolato oppure grigliate e condite con uno strato di caramello fresco, uno dei piatti più popolari tra gli escursionisti affamati.

Un demone fra i banani

È curioso come, per noi occidentali, la vista di queste piantagioni richiami immediatamente l’immagine solare e idilliaca dei tropici, mentre per la tradizione indonesiana abbia tutt’altro significato e sia una visione oscura e inquietante. In Indonesia, infatti, si crede che le piante di banano siano la dimora di un demone noto in tutta l’Asia come Kuntilanak: la potente donna vampiro dai lunghi capelli neri e l’abito bianco.

Quindi, ricordate: se durante il vostro viaggio in Indonesia, al calar del sole, avvertirete improvvisamente un delicato profumo di frangipani o gelsomino vicino a un gruppo di banani, molto probabilmente sarà perché accanto a voi si trova una Kuntilanak!

alba sul vulcano bromo
Nell’area del Bromo troverete molti baracchini che vendono banane di tutti i tipi

Gunung Bromo

Mentre ascoltavo dal mio compagno di viaggio indonesiano questi racconti locali del terrore, non mi rendevo conto che eravamo ormai prossimi al villaggio di Cemoro Lawang, dove la brezza primaverile si era pian piano trasformata in gelo vero e proprio.

Non essendo pronti a un freddo così intenso abbiamo deciso di affittare delle giacche imbottite dalle persone del posto, che abbiamo prontamente abbinato a degli ‘imperdibili’ souvenir: dei ruvidi berretti in maglia con una grande e inequivocabile scritta ricamata nel bel mezzo: ”Gunung Bromo” (monte Bromo)! Oggetto che conservo gelosamente tuttora e che ha dato alle successive foto quel simpatico tocco turistico in più, definendo in maniera inconfondibile la posizione del luogo.

Nella casa di montagna

Mentre provavo le giacche, il mio compagno contrattava, con alcuni locali, l’affitto di una casa privata per passare la nottata prima della salita al vulcano. La casa al suo interno si era fortunatamente rivelata molto carina e spaziosa, pulita, dotata di cucina, camere da letto, senza riscaldamento, ma con un’adeguata riserva di coperte

Quella notte è passata davvero in fretta e nel momento in cui l’autista è venuto a bussare alla nostra porta per prelevarci, eravamo ancora in preda ai fumi del sonno profondo. Il percorso in jeep per il parco nazionale del vulcano Bromo è durato circa 20 minuti mentre, lungo la strada, gruppi di viaggiatori armati di torcia procedevano a piedi in file silenziose.

Per entrare nel parco e salire sul vulcano, si può scegliere  fra il tragitto a piedi o in  jeep. Noi abbiamo scelto la jeep! Il pick up è stato fissato per le 3.00 di notte così da raggiungere il Sunrise Point per tempo e ammirare il panorama durante la nascita del sole che, con i suoi raggi, ha svelato pian piano la bellezza dei vulcani raggruppati all’interno della caldera di Tengger.

Il Sunrise Point 

Il punto panoramico che abbiamo scelto per vedere l’alba è stato quello del Sunrise Point 1 sul monte Penanjakan, il più turistico ma anche quello che offre una vista migliore. 

Raggiunta una certa altezza, la jeep si è fermata e ha parcheggiato ai bordi di un tornante roccioso. Da lì abbiamo proseguito a piedi per pochi metri. Una piacevole passeggiata in salita. La stradina era punteggiata qua e là da venditori di pannocchie arrosto, le cui braci rosse illuminavano la notte e segnavano il cammino ai viaggiatori.

alba sul vulcano bromo
Jagung bakar, le pannocchie alla brace cotte ai piedi del vulcano
alba sul vulcano bromo
Venditori con le braci accese

Instant noodles

Allo stesso modo, i piccoli baracchini improvvisati sfornavano dai microonde diverse ‘prelibatezze’ indonesiane, come i Pop Mie, i famosi instant-noodle!

Ancora ricordo quanto piacevole sia stato stringere fra le mani intorpidite quel barattolo di polistirolo riscaldato, con i suoi spaghettini rinvenuti in un brodo granulare all’aroma di pollo. Sul serio, per l’entusiasmo e la fame, non avrei potuto chiedere di meglio!

Soprattutto perchè, poco prima, proprio mentre aspettavo i miei noodle, brancolando nel buio, avevo messo un piede in fallo ed ero rotolata sul terreno sconnesso, finendo stesa di faccia nel pietrisco vulcanico, accompagnata dalle urla della cuoca del microonde e degli astanti che risuonavano nella vallata con “Jatoooh!” (cadeee)!! Un piccolo incidente di percorso che ha reso ancora più lieta l’attesa del nuovo giorno.

Una pausa con le prelibatezze del luogo
Una pausa con le prelibatezze del luogo

L’alba

E l’alba è arrivata. Il buio della notte si è dipanato sciogliendosi nel chiarore mattutino e creando un chiaroscuro violaceo, profondo e frastagliato, nelle coste della montagna. La luce ha pian piano svelato la gigantesca bocca fumante del vulcano Bromo. Un vulcano primitivo, grezzo così come doveva essere la crosta terrestre all’origine della terra.

Quando il sole è sorto del tutto, l’atmosfera intorno era di pace, i bambini assonnati avvolti nelle grandi sciarpe, gli occhi brillanti di molti turisti ancora assorti in contemplazione di qualche punto lontano al di là dell’orizzonte, il sommesso chiacchiericcio di chi si apprestava a fare una colazione veloce con un caffè bollente.

alba sul vulcano bromo
Il vulcano Bromo all’alba, dal Sunrise Point 1
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Il colore dell’alba sulle colline circostanti
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Il viewpoint più suggestivo da fotografare
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Il cratere del bromo
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Noi con l’equipaggiamento affittato dai locali!

Il Mare di Sabbia

A questo punto, io ho iniziato ad avvertire un po’ di intorpidimento, ma il tempo a disposizione non era molto. La seconda tappa ovvero la visita al cosiddetto Mare di Sabbia ci stava aspettando.

Il mare di sabbia è una zona desertica che si è formata all’interno della caldera di un antico vulcano (il Tengger) da cui sono emersi i quattro nuovi coni vulcanici: il Bromo, Il Batok, il Kursi e quello più alto e lontano il Semeru.

Dopo la vista dell’alba sul vulcano siamo quindi tornati alla nostra jeep, grazie a dei ragazzi che ci hanno intercettato e ci hanno permesso di riconoscerla fra le tante simili parcheggiate sulle curve. Quindi dopo una breve corsa siamo scesi, insieme agli altri compagni di viaggio, nella spianata rovente e polverosa che ospita i coni vulcanici.

alba sul vulcano bromo
Le jeep sul percorso sterrato

L’aspetto di questo posto si è rivelato sorprendentemente lontano da tutto ciò che avevo già visto dell’Indonesia. Mi ha riportatto alla mente un’immagine dell’America del Sud, più precisamente del Perù! I locali dalla pelle scura e indurita dal sole, avvolti nei loro tessuti di lana a motivi geometrici, portavano in giro per l’altopiano desertico dei cavallini dal pelo lucido. 

I cavallini sono affittati ai turisti per raggiungere la ripida scalinata di 253 gradini ricavata nella costa del vulcano Bromo. Gradino dopo gradino, la scalinata porta fino alla bocca del cratere.

alba sul vulcano bromo
Il mare di sabbia, punto di partenza per la scalata al vulcano
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La schiera di cavallini in attesa
alba sul vulcano bromo
I locali indossano teli di lana variopinta sui giubbotti

Sulla scala di pietra

La camminata è stata lunga e, nonostante il freddo, il sole picchiava forte con la sua luce tagliente e intensa. A questo punto ci è crollata addosso tutta la stanchezza del viaggio del giorno precedente e le poche ore di sonno! 

Con un certo sforzo, siamo comunque riusciti ad arrivare sulla cima della lunga scala di pietra. Qui la vista del cratere è stata mozzafiato: con la sua spessa fumata bianca che si dissolveva in nuvole di vapore, con il buio profondo del suo centro, che sembrava voler risucchiare ogni forma vivente, per trascinarla nelle viscere bollenti della terra e con il suo sordo brontolio che ricordava, ad ogni secondo, che la montagna era ancora sveglia

l'alba sul vulcano bromo.
La bocca fumante del cratere

Offerte al vulcano

Una volta scesi dall’imponente cratere, siamo tornati nel Mare di Sabbia. Lungo la strada, abbiamo notato un piccolo tempio che sembrava troneggiare nel mezzo del nulla, ma che portava con sè le fondamenta della sacralità di quel luogo mistico. Il Pura Luhur Poten.

Il Pura Luhur Poten, è un tempio induista, costruito con le pietre nere ricavate dalla lava dei vulcani circostanti. Questo tempio ospita la cerimonia annuale del Yadnya Kasada, in cui la popolazione locale si reca alla bocca del vulcano per fare delle offerte di riso, frutta, verdura, fiori, cibo e altri prodotti locali ed è  anche il luogo dove i credenti arrivano da tutta la regione per radunarsi sotto la guida del “dukun“, lo sciamano locale.

l'alba sul vulcano bromo.
Il Pura Luhur Poten

Una volta finita l’esplorazione del tempio e del Bromo National Park, siamo tornati in jeep nella nostra casa di passaggio alle pendici del vulcano, stanchi e affamati.

Mentre preparavo le valigie, il mio compagno di viaggio Rizky aveva deciso di uscire per acquistare del cibo in strada ed era tornato con dei cartocci caldi di ayam bakar, ovvero pollo alla brace. Abbiamo aperto l’involucro ripiegato con cura e mangiato avidamente con le mani i pezzi lucidi e croccanti dal tenue sapore di affumicato. Questo è stato l’ultimo ricordo della nostra avventura alle falde del villaggio di Cemoro Lawang e del suo vulcano, da lì a un’ora saremmo partiti per Bali ed il minibus ci stava già aspettando.

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Ciao, sono Simona! Dal 2010 esploro l’Indonesia, con un piede nella sabbia di Bali e l’altro nelle risaie di Java!

Designer di professione, fotografa per passione e amante del buon cibo! Sono sposata con Rizky, un ragazzo di Jakarta e sono mamma di due piccole esploratrici che sono un mix perfetto di due mondi.

Amo perdermi in luoghi che non trovi su Google Maps e vivere la cultura locale… anche quando significa assaggiare piatti che sfidano la mia zona di comfort.

Se ami le avventure autentiche e un pizzico di meraviglia, sei nel posto giusto! 😊

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1 Comment

  1. Claudia
    02/08/2023 @ 17:29

    Ciao! Intanto ti ringrazio perchè grazie al tuo blog to prendendo tutte le informazioni possibili sul mio viaggio in Indonesia.

    Ho una semplice domanda. Noi saremo in indonesia dal 15 al 28 agosto e ti chiedevo se fossero necessarie le scarpe da trekking o va bene portarsi solo un paio da ginnastica visto che faremo l’esperienza sul Monte Bromo e la visita al vulcano. E fa davvero tanto freddo in cime al monte che c’è necessità del cappello e sciarpa?

    Reply

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