GUIDA ALLO SNORKELING SOSTENIBILE
Un itinerario e 8 regole per mettere in pratica lo snorkeling sostenibile

ITINERARIO DI SNORKELING

Guida e foto di Anna Rossi
Ciao, sono Anna. Nei miei viaggi cerco sempre il contatto con l’ambiente marino. Per ammirare queste bellezze con rispetto mi sono informata e ho imparato dai biologi marini il giusto comportamento da tenere al fine di non arrecare danno alla fauna marina.
Quando nuotiamo in mare una delle cose che affascina tantissime persone è ammirare lo splendido mondo sottomarino. Non a caso sono stati dedicati numerosi documentari, film e cartoni animati a questa realtà. Ci sono tanti modi per ammirare la fauna marina: nuotando normalmente, facendo snorkeling (quindi indossando semplicemente maschera e pinne) oppure in immersione con le bombole (in questo caso oltre all’attrezzatura serve seguire un corso ed acquisire il brevetto). Il modo più semplice ed immediato è facendo snorkeling, tanto che ho visto praticarlo tranquillamente da gente che non sapeva nuotare indossando l’apposito giubbotto salvagente.
Lo snorkeling è quindi uno strumento per avvicinarci a un ambiente naturale e bisogna agire in piena sintonia con le regole del rispetto e della convivenza, per evitare di provocare dei danni agli organismi e all’ambiente che stiamo per andare a osservare. Seguire queste regole vuol dire mettere in atto uno snorkeling sostenibile.
Il mio itinerario di snorkeling sostenibile durante il viaggio a Bali
1. Mangrove Forest a Nusa Lembongan: la snorkelata più bella secondo me per quantità e vitalità dei coralli. Partendo dall’imbocco del canale di barche e andando verso Jungut Batu in corrente. A Nusa Lembongan abbiamo scelto un tour condiviso al prezzo di 250.000 rupie a testa.
2. Manta Point a Nusa Penida: siamo arrivati sullo spot con un tour privato prenotato presso il Bobo Bungalow, più tardi come orario rispetto ai tour condivisi della mattina. Questo ci ha permesso di trovare poca gente in acqua e quindi avere maggior libertà nel nuotare in scia alla manta.
3. Crystal Bay a Nusa Penida: la seconda tappa del tour privato e la più deludente; coralli presenti ma di piccole dimensioni, troppe barche e troppa gente in acqua. Il prezzo complessivo del tour è stato di 900,000 rupie.
4. Meno Wall a Gili Meno: a Gili Meno abbiamo visto la costa nord e ovest. Entravamo in acqua alle 6.30 e uscivamo alle 8 quando iniziavano ad arrivare le barche dalle isole vicine. In questo modo la seconda mattina siamo riusciti a vedere ben 10 tartarughe (per loro un numero spropositato)! A Gili Meno abbiamo scelto un’escursione condivisa a 150.000 rupie a testa (ce la proponevano almeno tre volte al giorno, ovvero ogni volta che ci vedevano con le pinne in mano)!
8 REGOLE PER PRATICARE LO SNORKELING SOSTENIBILE
1. Verifichiamo le condizioni del mare
Innanzi tutto il mare nel quale andiamo a nuotare deve essere piuttosto calmo, al contrario rischiamo di farci veramente male e di metterci in serio pericolo. Ricordiamoci che in mare ci sono delle correnti non sempre visibili dall’esterno dell’acqua che sarebbe meglio conoscere prima; molte volte nuotare controcorrente può essere difficile se non impossibile, quindi l’ideale è cercare di nuotare sempre in corrente.
2. Troviamo il giusto punto di osservazione
Troviamo sempre la giusta distanza tra la corretta osservazione e una posizione di sicurezza: ci sono molti pesci che sono territoriali e per quanto possono sembrarci tranquilli tendono ad attaccare se si sentono minacciati o sentono minacciato il loro territorio.
3. Impariamo a muoverci senza danneggiare l’ambiente
Quando ci muoviamo vicino ai coralli, ricordiamoci che abbiamo le pinne, prestiamo attenzione ad un allungamento del nostro corpo con cui (magari) non abbiamo preso ancora piena confidenza e di cui non
conosciamo ancora gli effetti che possono provocare. Il profilo tagliente di una pinna è infatti uno strumento che danneggia e che può creare disturbo; la pinneggiata che va a sbattere contro il fondale o i coralli è quindi da evitare. In più ci sono alcune specie di organismi che, se strappate dal fondale con una pinneggiata, vanno a riposizionarsi da un’altra parte. Questo comportamento potrebbe, nel suo piccolo, addirittura contribuire a diffondere specie indesiderate.
Muoviamo le pinne sotto la superficie dell’acqua per evitare di fare rumore, il rischio è infatti di vedere solo pesci che scappano.
4. Non tocchiamo e portiamo via nulla
Vale sempre il principio per cui non si tocca nulla, non si porta via nulla; tutto ciò che osserviamo lo lasciamo là dove si trova, così che anche gli altri, dopo di noi, possano osservare quello che abbiamo visto noi. Quando osserviamo una barriera corallina con i pesci che la popolano stiamo guardando principalmente organismi animali; infatti anche i coralli, per quanto possano sembrare rocce o piante sono dei veri propri
animali. Il corallo, percepito comunemente come un singolo organismo, in realtà è formato da migliaia di individui identici geneticamente detti polipi, ognuno grande solo pochi millimetri alcuno di loro dotati di tentacoli fortemente urticanti se vengono a contatto con la nostra pelle.
Spesso i loro tentacoli urticanti neanche li percepiamo, ma una sola nostra mano appoggiata a una madrepora può portare alla morte di decine e decine di polipi, creando una breccia che potrebbe portare alla morte dell’intera colonia. Staccare un pezzo di quella “roccia” (che ora sappiamo che roccia non è), calpestarlo o anche toccarlo inavvertitamente, vuol dire staccare in un attimo qualcosa come 2-3 anni di duro lavoro e lotta di quella colonia.
5. Non calpestiamo il corallo morto
Nuotando si possono vedere punti in cui il corallo è morto per molteplici motivi. Ricordiamoci che la natura è fantastica: se si osserva meglio si possono trovare piccoli coralli anche di pochi millimetri che stanno provando a crescere. Ricordiamoci, quindi di non toccare o calpestare anche il corallo morto perché magari proprio lì ne sta crescendo uno nuovo. Vicino ai coralli vivono una quantità impressionante di altri pesci e microrganismi che, insieme, formano un vero e proprio ecosistema. Come in ogni sistema se viene a mancare uno di questi elementi può essere messo tutto a rischio. Bisogna, quindi, tutelare e rispettare anche gli altri organismi viventi.
6. Non offriamo cibo ai pesci
Una pratica che ho notato in tutto il Sud-Est Asiatico è quella di dar da mangiare degli snack salati ai piccoli pesci al fine di attirarli in massa e fare foto più belle. Questo comportamento può alterare l’ecosistema in quanto non è un cibo salutare e potrebbe portarli a morte.
7. Nuotiamo in armonia con la vita marina
Le tartarughe sono gli animali marini fra i più avvistati nella prossimità dei reef. Questi splendidi rettili non sono all’apice della catena alimentare, hanno quindi dei predatori (come ad esempio gli squali).
Quando noi ci avviciniamo ad una tartaruga lei ci potrebbe vedere come un predatore. È importante farle capire che non abbiamo alcuna intenzione di farle del male. Se possibile non parliamo ad alta voce per
non spaventarla, cerchiamo di nuotarle a fianco in modo che ci veda e che capisca che non siamo una minaccia per lei. Ricordiamoci che deve avere accesso alla superficie dell’acqua per poter respirare, cerchiamo di non bloccare la sua risalita. Se scappa non rincorriamola. Cosa importantissima: NON TOCCHIAMOLA! Innanzitutto ciò può infastidirla; inoltre sul suo carapace è presente un film protettivo che può essere danneggiato dallo sfregamento e creare una breccia per batteri e virus. Ricordiamoci che sulla nostra pelle sono presenti batteri diversi da quelli di tutti gli organismi marini. Toccandoli potremmo addirittura infettarli!
8. Utilizziamo creme solari amici del reef
Un ultimo utile accorgimento è quello della tutela del plancton, unico nutrimento per molti pesci anche di grandi dimensioni. È già ormai stranoto quanto sia dannosa la plastica nei mari, ma molti non sanno che i comuni solari contengono sostanze non biodegradabili che possono danneggiare il plancton. Quando andiamo ad avvistare mante o squali balena, ad esempio, ricordiamoci che la nostra crema solare potrebbe alterare questo equilibrio. Si possono usare solari biodegradabili, non facili da reperire, oppure (come faccio io) si possono indossare magliette ad alto indice di protezione UV (ormai si trovano ovunque).
Buona snorkelata sostenibile a tutti!
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Benvenuti!
Mi chiamo Simona e viaggio in Indonesia dal 2010. Ho vissuto nelle isole di Bali e Java, dove mi sono sposata con un ragazzo di Jakarta. Sono una designer, appassionata di fotografia e buon cibo. Una delle cose che amo di più durante i miei viaggi è esplorare luoghi fuori dal sentiero battuto e immergermi nella cultura locale.